Any | 1971 |
Gènere | Teatre visual |
Obra | IL MIMO VIDAL.Week-end |
Estrena | Teatro Stabile di Como. Itàlia |
Així es deia l’espectacle que vaig començar a muntar tot sol i que constava de dues peces, “L’inizio della giornata” i “Week-end”.
La fabulació del gest quotidià era el tema de la primera. La imaginació d’un ciutadà que es desperta al matí i viatja oníricament en transcendir l’agudesa de les accions mecàniques i habituals dels ritus quotidians. Aquesta gran llibertat que et concedeix el gest sense lligams racionals que et permeten somiar amb els ulls oberts
El personatge de “Week-end” mostrava al públic una setmana sencera d’un disciplinat treballador de classe mitjana. La rutinària seqüència de treball-descans estava representada simbòlicament. La fàbrica era una caixa de cartró on entrava a treballar i en sortia per tornar a casa a descansar, representat col·locant-se a peu dret un llençol sobre el cap. El despertador funcionava picant en un plat i en aquest moment començava el ritme trepidant de la jornada de treball que tenia per davant. I així repetidament fins a poder-se evadir el cap de setmana cap a les muntanyes, representades per una escala de tisora situada al fons de l’escenari a la qual pujava per treure d’una carmanyola un pollastre de plàstic, el pollastre del diumenge.
En tornar de la muntanya, la identificació amb els personatges d’una pel·lícula feien que se sentís diversos éssers alhora. Això ho mostrava fent aparicions i desaparicions darrere d’un paravent d’on en sortia amb màscares diferents. Acabats els dos dies d’evasió, tornava a la seguretat de la seva rutina.
L’attrezzo simbòlic d’aquesta obra, al costat de l’estil que podríem anomenar de slapstick, en referència al cinema mut burlesc americà, feien una combinació que després, curiosament, van ser molt representatius del llenguatge dels meus primers treballs cinematogràfics com a guionista i director.
El llenguatge de “Week-end” anava en la mateixa línia formal dels tres curtmetratges que havia fet: “La boda” (1976), “El sopar” (1977) i “El consumidor” (1978).
PROGRAMA
Quando Albert Vidal agisce sulla ribalta crea un’atmosfera raffinata e del tutto particolare, ben diversa dal gioco scenico proprio del teatro; e questo avviene sia per il diverso tipo di discorso teatrale, sia per una inesauribile carica che egli solo possiede e una continua invenzione operata sul piano tecnico e creativo con raffinate e impareggiabili soluzioni.
A questi stupefacenti risultati Albert Vidal è guinto, sottolineiamolo, dopo svariati esperimenti, lunghi esercizi (sotto la guida di Maestri di fama mondiale, come Jacques Lecoq a Parigi) e dopo una estenuante ricerca della perfezione, mai soddisfatto dei progressi ottenuti, come egli stesso afferma. Egli vive la sua esperienza teatrale imperniandola sullo studio delle molteplici espressioni psico-somatiche dell’uomo e sulla esercitazione continua e sulla disciplina intransigente del proprio corpo, teso alla ricerca di una realtà sempre piú completa.
Ricordiamo inoltre una caratteristica dell’azione mimica di Vidal: l’uso delle maschere. La maschera, nella sua prima accezione, è un volto finto posto sul viso allo scopo di non essere riconosciuti. Partendo da questa elementare definizione noi non siamo molto lontani dal risultato che l’Attore ottiene tramite questo artificio scenico. Infatti Egli opera dapprima una spersonalizzazione di se stesso, per interpretare poi e vivere in profondità il personaggio che la maschera raffigura. Con questa egli fissa nella pantomima il contenuto rappresentato, che poi organizza in dramma. Quindi ottiene il duplice scopo di essere altri da sè, e di essere poi un individuo tipo ben definito. Inoltre etnologicamente, e non solo in una prospettiva teatrica, la maschera rappresenta dei valori rituali e magici che rimandano ad un mondo primitivo dove l’uomo, non contaminato dal risvolto negativo della civilizzazione tecnica, vive ancora allo stato di natura, quindi senza finzione e senza compromessi.
Il Teatro Stabile di Como offre in prima assoluta lo spettacolo che Albert Vidal porterà sui palcoscenici dei più important teatri italiani. Tale spettacolo si articola in due parti: nella prima “L’inizio della giornata” Vidal vive lo sforzo affannoso dell’uomo che tenta di liberarsi dalla quotidiana alienazione di una vita inesorabilmente iguale, per ritrovare se stesso nell’atmosfera di una natura ancora vergine, al di là di ogni legame di tempo.
Nella seconda parte (Week-end) Vidal lancia un invito per tutti gli uomini a ricercare la felicità non egoisticamente e da soli, ma tutti insieme: bisogna evadere dalla routine di lavoro settimanale alienante con uno sforzo collettivo, manteniendo tuttavia una propria personalità, senza lasciarsi sopraffare da una società che appiattisca.
MARIELLINA CONFALONIERI
FITXA ARTÍSTICA
Due mimodrammi di | Albert Vidal |
Organizzazione | Lorenzo Vitalone |
Allestimenti scenici | Leonardo Richelli |
Collaborazione nelle idee e nella regia | Laurent Gerber |
Collaborazione nei primi passi della creazione | Luigi Ferrante |